Cosa intendiamo con “conversione”?
Quando si parla di conversion marketing è opportuno, in primis, definire il termine alla base del concetto. Con “conversione” intendiamo una reale e concreta azione dell’utente su una pagina online.
Perciò il termine assumerà una sfumatura diversa a seconda dello scopo ultimo dell’azienda; che sia vendita, visibilità, click, download, adv revenue, l’azione dell’utente fa sì che lo stesso si (digi) evolva in vero e proprio cliente.
Espresso in maniera accademica, una conversione è quella specifica azione compiuta dall’utente in risposta agli stimoli trasmessi da un’iniziativa di marketing e che rappresenta l’obiettivo della campagna stessa.
Attenzione, con…versione!
Sulla carta pare tutto molto semplice ed immediato: un utente sta cercando un determinato prodotto sul web e il motore di ricerca gli fornisce una serie di risultati basati sulle parole chiave inserite.
Sempre lo stesso utente apre il primo dei risultati apparsi, consulta la pagina e acquista, clicca o svolge l’azione suggerita dalla call to action.
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Tenendo conto che il livello massimo di attenzione sul web è stimato attorno agli 8 secondi, le insidie sono sempre pronte a porsi tra un passaggio e l’altro ed interrompere brutalmente la favola digitale; ad esempio, se la pagina web aperta dall’utente non soddisfa immediatamente le sue esigenze o non guida chiaramente all’azione preposta, questo la abbandonerà per andare alla ricerca di nuovi lidi.
Analisi: alla base delle attività volte alla conversione
Come in numerose attività di marketing online, quando si parla di conversion marketing è intuibile che una buona analisi dell’audience vada di pari passo con l’attività concreta di marketing.
Perciò, è fondamentale considerare tutti quei fattori che possono far fuggire l’utente dalla pagina web ed esaminare attentamente il traffico esistente sul sito, identificando i passaggi non chiari o poco intuivi che possono generare una perdita di interesse.
Una volta che tutti i dati sono stati raccolti ed analizzati si possono considerare tutta quella serie di attività volte a portare l’utente a compiere l’azione in linea con le finalità aziendali.
Il pentolone è composto da vari ingredienti: si spazia dal design del sito web al content marketing, dal funnel di registrazione fino ad arrivare ai microcopy delle call to action e ai remind che appaiono quando l’utente esprime l’intenzione di abbandonare la pagina web su cui è atterrato.
Chiaro, semplice, immediato
Ogni ingrediente su un sito web deve essere chiaro, immediato, accattivante ed in linea con il traffico che vogliamo acquisire. Infatti, un sito può essere perfettamente strutturato a livello di SEO ed implementazioni tecniche ma se non rispetta le regole di usabilità l’esito delle azioni sullo stesso saranno facilmente riassumibili nell’incubo del marketer: l’abbandono del carrello o peggio, la fuga dal sito.
È bene, quindi, per una felice conversione, optare per una comunicazione accurata e semplice con processi di azione accattivanti e chiari, avendo cura di ogni singolo dettaglio, dal colore della call to action al titolo di header.
In conclusione, se il nostro business vuole sentire risuonare molte monetine dorate in saccoccia bisogna porre particolarmente attenzione al dato di conversione, qualunque esso sia.